Scoperto a Ciampino giro di fatture false per oltre 13 milioni di euro

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CRONACA – Una colossale frode fiscale era stata architettata da un’organizzazione, con base a Ciampino, operante nel commercio all’ingrosso di materiale elettronico ed hi-tech, allo scopo di evadere l’Iva sugli scambi con altri Paesi dell’Unione Europea. La truffa è stata scoperta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, a seguito di un controllo nei confronti di una società di nuova costituzione, che, in un breve periodo di tempo, aveva acquistato, “sulla carta”, da operatori economici di altri stati dell’Unione Europea merce per oltre 13 milioni di euro. Gli uomini delle Fiamme Gialle, diretti e coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Velletri Giovanni Battista Bertolini, hanno sottoposto a sequestro preventivo oltre 1,2 milioni di euro depositati su vari conti correnti, quale provento dell’attività illecita.
Partendo dall’amministratore, un cittadino rumeno pluripregiudicato con un passato da muratore, la Guardia di Finanza del Gruppo di Frascati ha individuato i reali dominus del sodalizio, nonché delineato modus operandi e ruoli dei vari membri, tutti italiani, tra cui un’insospettabile donna di Giulianello.
All’identificazione di quest’ultima, si è giunti dopo una laboriosa analisi delle movimentazioni dei conti correnti, che avveniva da casa per via telematica (home banking) allo scopo di evitare di uscire allo scoperto. Quando, alle prime luci dell’alba, i finanzieri hanno bussato alla porta di casa per procedere alla perquisizione domiciliare, la donna era visibilmente sbigottita non riuscendo a spiegarsi come si fosse giunti a lei.
Il meccanismo fraudolento era semplice: venivano reclutati giovani nullafacenti disposti ad assumere la carica di amministratore nelle diverse società “cartiere” costituite, che venivano interposte soltanto formalmente nei passaggi di merce, al fine di assumersi l’integrale debito dell’Iva, che non veniva mai corrisposta all’Erario. Viceversa, le imprese “sane”, destinatarie finali della merce, maturavano crediti dell’imposta dallo Stato, di cui veniva chiesto il rimborso ovvero la compensazione con una preesistente situazione debitoria nei confronti del Fisco. Nel corso delle perquisizioni presso le abitazioni degli indagati, oltre a documentazione commerciale che comproverebbe i sospetti degli investigatori, sono stati rinvenuti, nell’appartamento occupato dal rumeno amministratore di una delle società, circa 200 grammi di hashish.
L’uomo e la sua compagna sono stati arrestati, in flagranza di reato, per detenzione di sostanze stupefacenti ed, unitamente ad altre cinque persone, dovranno anche rispondere del reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.
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