SPORT – Hanno sei anni di differenza e, ovviamente, un curriculum ben diverso ma entrambi rappresentano la Roma del tennis in tutto il mondo. Il primo che per anni ha incantato i campi da tennis arrivando a piazzarsi anche tra i primi dieci al mondo nelle classifiche ufficiali ATP, l’altro, invece, che di tempo per crescere ancora ne ha sta emergendo nel panorama della racchetta mondiale con personalità e i giusti passi, senza fretta e con serietà e applicazione.
D’altronde l’Italia per la prima volta nella storia di questo sport sta portando avanti una serie di talenti che stanno impressionando il mondo. Berretti e Cobolli sono solo due tra i diversi tennisti che di diritto si trovano tra i primi cento sul pianeta, insieme a Musetti, Arnaldi, Sonego e naturalmente Sinner, il numero 4 al mondo. E in questo anche la Nazionale ne trae giovamento, ovviamente. Secondo le quote sulla finale di Coppa Davis indicano l’Italia tra le favorite per il successo insieme alla Serbia, leggermente favorita rispetto agli Azzurri, ma davanti all’Australia, al Canada e alla Gran Bretagna.
Matteo Berrettini
Matteo Berrettini è stato per anni l’uomo simbolo del tennis italiano, tra i primi della nuova generazione a imporsi sui campi dei tornei più importanti e accendendo una luce sul movimento tennistico italiano. Con lui hanno aperto una nuova strada anche ragazzi come Fognini, Vavassori, Sonego e Cecchinato. Un exploit che nessuno si aspettava, un momento d’oro che non si vedeva dai tempi di Panatta, Pietrangeli e Barazzutti ma questa volta con tutto un movimento che sta sfornando campioni e giocatori di talento. Ma Berrettini è stato anche molto sfortunato a causa di alcune fragilità fisiche e quindi qualche infortunio di troppo che ne sta minando la carriera. Tra le sue caratteristiche c’è di sicuro la potenza del colpo del servizio. Un’esplosione che gli ha permesso di arrivare fino addirittura alla posizione numero 6 al mondo.
Ma come dicevamo gli infortuni pesano nella storia del campione romano. Nel 2022 sembrava essersi ripreso, viaggiando tra alti e bassi ma con un finale di anno che dava segnali positivi. E il 2023 era iniziato altrettanto bene con il torneo United Cup australiano e la vittoria contro Casper Ruud. Purtroppo solo una parentesi poiché nei mesi successivi dell’anno nulla è andato come si aspettava Matteo. Our contro Murray agli Australian Open e appena tornato in Italia si infortuna di nuovo, rimanendo fermo per 40 giorni. Torna per l’ATP 500 di Acapulco ma ai quarti di finale contro Rune abbandona, ancora per infortunio. Ci riprova a Phoenix, Miami, ed esce ancora dal campo per infortunio. Al Roland Garros neanche prende parte, ma arriva a Wimbledon e dopo aver battuto Zverev si arrende ad Alcaraz. Nei due Masters 1000 estivi nordamericani esce al secondo turno a Toronto, battuto dal suo connazionale, e poi vincitore futuro del torneo, Jannik Sinner. Si presenta poi agli US Open e batte al primo turno Ugo Humbert in tre set, ma deve rinunciare, per l’ennesima volta per infortunio, durante la gara contro Arthur Rinderknech.
Flavio Cobolli
Cobolli ha solo 21 anni ma sta sorprendendo tutti, grazie anche al recente passaggio nei primi 100 della classifica ATP. La sua rincorsa parte dal 2018, dalla Coppa Davis Junior insieme Lorenzo Musetti e Luca Nardi. In quell’occasione Cobolli vinse sei incontri su otto arrivando con la Nazionale in semifinale, poi fermati dalla Spagna di Alcaraz. Il suo primo torneo da professionista lo vince nell’aprile 2021 ad Adalia, in Turchia e nel circuito ATP esordisce il 23 maggio 2021, al 250 di Parma. Il 2022 è un crescendo con la qualificazione agli Australian Open e la vittoria del primo Challenger a Roseto degli Abruzzi. Nel 2023 Cobolli arriva al torneo di Monaco, raggiungendo i quarti di finale ed eliminando l’australiano Jordan Thompson e il tedesco Oscar Otte. Ottima la prestazione anche al Roland Garros nonostante l’uscita al primo turno non potendo fare nulla contro l’imponente Carlos Alcaraz.
Ad ottobre vince però il suo secondo titolo Challenger, trionfando a Lisbona contro il libanese Benjamin Hassan in 2 set. Sempre a ottobre la gioia più grande, con la finale raggiunta nel Challenger di Olbia che porta al passaggio, per la prima volta, nella top 100 del ranking ATP.