La candidatura di Fausto Servadio a Sindaco di Velletri: “Amo la mia città e non posso più stare a guardare la sua fine”

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POLITICA – Le delusioni o le interruzioni in certi percorsi politici posso portare a notevoli sofferenze ma un carattere d’acciaio, ad un certo punto, spazza via qualunque cosa e ricomincia.

La candidatura di Fausto Servadio a Sindaco di Velletri (appoggiato da Italia Viva, Azione e 3 liste civiche, ndr) ha in se questa affermazione caratteriale: dal 2018 è sostanzialmente lontano dalla politica, per alcuni seri problemi di salute si era temuto il peggio, ma dopo 5 anni torna alla politica attiva e la sua candidatura, che era nell’aria da parecchio tempo, se non spariglia le carte, certo fa ombra a parecchi.

Abbiamo voluto fare una chiacchierata con lui, presso il centro sportivo “Colle degli Dei” che si trova nel cuore della campagna veliterna per capire come intende affrontare la scalata ad un colle ben più alto e più importante: quello che domina Velletri.

Sindaco, perché ha voluto ricandidarsi?

“Avevo in testa un progetto per Velletri che non si limitasse all’ordinario ma che guardasse al futuro. Quando mi sono candidato la prima volta Velletri era in dissesto finanziario, l’ospedale stava per essere declassato da Dea di 1° livello a presidio di pronto soccorso, ecc.. Io una volta eletto ho lavorato fin da subito per dare un progetto di sviluppo a questa città e in 10 anni credo di aver ottenuto il massimo di quello che potevo ottenere”.

Provi a fare un bilancio della sua lunga amministrazione

“Abbiamo rilevato due società che erano sostanzialmente fallite, Volsca e Velletri Servizi e le abbiamo risanate come pure abbiamo risanato le casse del Comune che con il dissesto avevano un buco di circa 100 milioni di euro. Il progetto politico per Velletri, nonostante i miei successi, è stato sospeso nel 2018. Non ho fatto altro in questo periodo che stare alla finestra e sperare che chi stava governando la città lo facesse nel modo migliore. Non è stato così a mio parere e poiché amo Velletri e poiché sono uno che non ama lamentarsi ma mi piace rimboccarmi le maniche, ho scelto di candidarmi per riprendere in mano quell’idea di Velletri che si è fermata”.

Ci ricorda i motivi per cui nel 2018 la sua amministrazione si è fermata

“Questo dovrebbe chiederlo a chi amministra questa città, gli stessi che negli slogan della precedente campagna elettorale avevano promesso agli elettori la continuità con la mia amministrazione e la realizzazione dei progetti che avevamo messo in campo, invece non è stato così. Ora posso solo constatare i risultati di chi ha amministrato finora: la quasi chiusura dell’ospedale, investimenti pari a zero se non la riparazione di qualche strada e qualche ordinaria manutenzione”.

Si spieghi meglio

“Cosa ne hanno fatto dei soldi che arrivano alle casse comunali con le tasse dei cittadini? Il Comune di Velletri ha un bilancio di circa 50 milioni di euro, come viene investita una somma del genere? Per quali progetti? Grazie al PNRR e al Next Generation EU sono arrivati soldi per i quali sono stati presentati progetti. Ma queste idee sono utili alla città?”.

Sono constatazioni amare le sue

“Io vedo una città morta, camminando per il centro storico vedo solo attività chiuse però hanno l’idea di costruire un parcheggio sotto l’ospedale, in un’area dove si doveva realizzare il polo ospedaliero, progetto che chi governa adesso conosce benissimo. Dal parcheggio poi ho visto che si passerà in cima agli alberi e si arriverà al centro, ma una volta arrivati in piazza Cairoli che si fa se il centro storico è morente? Se non si realizzano attività che possano richiamare le persone, i turisti, perché si dovrebbe venire in centro, che ormai non offre nulla? In periferia ci sono  20 supermercati ed è lì che i cittadini si fermano, poi cercano altro in altre parti perché a Velletri non trovano nulla o quasi”.

In caso di vittoria alle elezioni come pensa di risolvere il problema del commercio a Velletri

“La mia idea è di finanziare un progetto per creare un circuito di botteghe, di arti e mestieri che richiamino i cittadini e non solo. Solo per fare un esempio, se occorre un lavoro di tappezzeria bisogna andare ad Albano, a Velletri non c’è possibilità. Se invece si crea una rete di questo tipo, il centro storico riprende vita e la città cresce. Velletri, la città più grande dei Castelli Romani, sta morendo e non è accettabile”.

Torniamo per un attimo alla sanità e all’ospedale di Velletri. Il Sindaco non ha poteri significativi per evitare che eventuali presidi sanitari vengano snaturati o depauperati

“Chi l’ha detto? Quando io governavo e alla presidenza della Regione c’era Renata Polverini c’era in animo di fare dell’ospedale di Velletri un presidio di pronto soccorso, ebbene il Capo dello Stato lo riportò a Dea di 1° livello e il merito fu della mia amministrazione che fece ricorso direttamente al Presidente Napolitano che ci diede ragione. Il Dea di 1° livello non è un solo un nome, significa offerta di servizi. Perché il sindaco Pocci ha firmato un piano sanitario che sostanzialmente declassa l’ospedale? La sanità è una ricchezza e deve essere una certezza per i cittadini di Velletri e non solo. Anche la struttura del San Raffaele di via dei Laghi chiusa, perché? Perché poi la stessa struttura ha aperto a Montecompatri? Sono domande che pretendono una risposta”.

Dunque che farà in caso di vittoria

“La mia prima battaglia per quanto riguarda la sanità sarà riportare Velletri al ruolo che merita e vorrei costruire lì dove vorrebbero fare un parcheggio, il distretto sanitario, un progetto che avevo già portato a conoscenza dell’ex presidente Zingaretti. Non è più accettabile che gli ambulatori della Asl siano a via San Biagio e l’ospedale, in centro”.

Si parla di raddoppio del Tribunale di Velletri

“Si, ed è una conseguenza positiva della mia amministrazione che firmò un accordo con il Ministero di Giustizia per ottenerlo. Il Tribunale sarà ancora più importante e porterà sviluppo a Velletri. Sono accordi fatti da me nell’interesse della mia città”.

La politica serve anche a questo

“Ma io non faccio politica, io faccio l’amministratore, io voglio amministrare la città assieme ai miei concittadini e con loro voglio capire quali sono le soluzioni migliori affinchè la città torni ad avere il ruolo che merita”.

Torniamo al commercio. Molti negozi sono chiusi anche per problemi di destinazione d’uso. Ne è al corrente?

“Si, ma chi governa? Chi governa e conosce questi problemi perché non li ha risolti? Chi è che ha il potere di modificare i regolamenti comunali? Il mio progetto per creare una rete di arti e mestieri era iniziata con la mia amministrazione ma mancavano alcuni regolamenti edilizi che avremmo scritto, perché è così che si governa una città. Questa rete commerciale ed artigianale vorrei che fosse a costo zero per i partecipanti perché se il Comune spende una cifra per realizzarla, in caso di sviluppo e sono certo che avrebbe successo, la cifra tornerebbe nelle casse comunali, moltiplicata. I soldi non vanno spesi per le feste e poi finita la festa il problema rimane identico. Le persone devono poter trovare offerta continua nel centro storico, devono avere un interesse preciso per poter frequentare il centro”.

 Tre cose che critica dell’amministrazione Pocci

Ma soprattutto l’atteggiamento, troppo bonario, si devono prendere delle decisioni ad un certo punto, la sintesi la fa il Sindaco. E’ il suo compito, è il suo dovere. Poi è mancata completamente una programmazione di investimento sulla città. Le faccio un esempio. La mia amministrazione acquistò il palazzo delle ex carceri che sta proprio sopra il palazzo comunale. Ebbene quella struttura aveva una destinazione precisa: lì si doveva realizzare l’archivio comunale assolutamente necessario, appartamenti per l’emergenza abitativa e parcheggi. Non si è fatto nulla. Altro progetto della mia amministrazione, quello del parcheggio multipiano in via Paolina  necessario in quella zona e ora ancora di più, soprattutto per le attività culturali che si svolgono nell’ex Convento del Carmine. I parcheggi sarebbero stati gratis per i residenti così da poter liberare i vicoli dalle auto ma è stato un altro progetto accantonato. Perché?”.

Tre punti qualificanti del suo programma elettorale

“Io voglio fare crescere Velletri, voglio il suo bene. Io non faccio un programma, ascolterò i cittadini che conoscono le necessità di questa città e lo farò assieme a loro. Solo per fare un altro esempio. Si ricorderanno i cittadini dell’idea di parcheggio che doveva realizzarsi in piazza Donatori del Sangue, ora qualcuno mi dovrebbe spiegare perché a quel progetto è stato detto no invece è stato detto si a quello sotto l’ospedale. Non sarà che la risposta positiva ha origine dalle richieste di qualche “marchettaro” che lo chiede da 15 anni? Ho visto poi il progetto del mercato di piazza Metabo, mi piacerebbe conoscere, capire che senso hanno quella sorta di ombrelloni da spiaggia. Il mercato ha una funzione ben specifica, se spendi soldi pubblici, anche se sono del PNRR, sei obbligato a spenderli bene perché sono soldi di tutti. Ogni euro deve avere una finalità. Per quanto riguarda l’agricoltura, non abbiamo più un’attività che ci distingue ed è un grosso problema, perché Velletri non viene più ricordata per le sue particolarità”.

Un pensiero sui candidati

“Io intanto apprezzo tutti quelli che si candidano ad amministrare perché mettersi a disposizione di una comunità è un bel sacrificio. Candidarsi è un atto di amore e di coraggio verso una città. Non sempre ci si candida per un terzo fine come fanno in molti. Io mi sono candidato molti anni fa, ho amministrato 10 anni rimettendoci un fegato, un’azienda ma non per questo mi lamento. E’ una cosa che ho voluto io e ringrazierò sempre i cittadini che mi hanno voluto eleggere. Fare il Sindaco è una meravigliosa opportunità ed è gratificante rappresentare una comunità. Tutti i candidati hanno un plauso da  parte mia, chi vincerà sarà perché è stato scelto dai cittadini ma ai cittadini non vanno raccontate frottole”.

Si spieghi meglio

“I cittadini devono conoscere a fondo la storia di questi candidati perché se non sono stati un fenomeno di capacità il giorno prima non lo diventeranno il giorno dopo. Chi non ha mai amministrato nulla difficilmente sarà capace di farlo”.

In caso di ballottaggio che farà

“I voti non si vendono”.

Però potrebbe “spenderli” per un programma che la convince

“Il mio programma non può essere mischiato a quello degli altri, mi spiego meglio. Parecchi si candidano per poi offrirsi il giorno dopo il ballottaggio: in cambio di un  certo numeri di voti da “girare”, il giorno dopo passano all’incasso per qualche incarico o altro. Non è roba per me questa compravendita. Io mi candido, se i cittadini sceglieranno altri e non me, in caso di ballottaggio saranno liberi di scegliere chi vorranno votare ma devono esseri sicuri che chi stanno scegliendo sia una persona seria, capace ed onesta. Io non ho il potere di pilotare i voti in caso di ballottaggio”.

Cosa ne pensa del candidato del centro destra, Ascanio Cascella

“Non lo conosco, ho visto la foto, so che è un avvocato di Velletri. Però voglio ricordare ai cittadini che chi si candida deve sapere che amministrare, non sostenere una causa in tribunale e per amministrare un Comune si devono avere delle capacità che non acquisisci il giorno prima, utili per il giorno dopo. Se ci sono candidati che non hanno mai amministrato nulla ma che vuoi che combinino? Il Sindaco deve avere la capacità di decidere, se non è capace di dire si o no è solo colpa sua. Poi ho visto che chi lo sostiene, sempre in quella foto. Ma non sono quelli che hanno portato Velletri al dissesto finanziario? Non avendo più credibilità politica mandano avanti gli altri”.

 

 

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