Aspal Lazio, misure insufficienti per il settore agricolo, per far fronte all’emergenza Coronavirus

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ATTUALITA’ – Sono passati circa due mesi, dall’inizio dell’emergenza Coronavirus e le misure messe in atto dal governo e dalle regioni italiane,sono assolutamente insufficienti per far fronte a questa situazione.

Se qualcuno pensava di arginare la situazione con 600 euro a fondo perduto, oppure con deroghe e proroghe varie si è completamente sbagliato; per non parlare poi di chi ha avuto la brillante idea di proporre la regolarizzazione di centinaia di migliaia di immigrati,con il serio rischio di far aumentare ancor di più il numero dei contagi nel nostro paese.

In questo periodo, chi di dovere, di tutta la filiera agroalimentare ha pensato di tutelare solo i supermercati, cosa che noi riteniamo anche giusta; senza però tener conto che a salvare milioni di consumatori, sono soprattutto coloro che producono, coltivano e raccolgono il cibo che successivamente va a finire negli scaffali. Oltretutto, da quello che abbiamo appreso da molti consumatori della nostra regione Lazio, sembrerebbe che ci sia stato un consistente aumento dei prezzi dei prodotti agricoli negli scaffali, senza che l’agricoltore abbia avuto un minimo vantaggio e oltretutto senza che nessuno tra governo e regione, abbia controllato le speculazioni all’interno della filiera agro alimentare, cosa che ormai siamo abituati a vedere da anni a questa parte, nella completa indifferenza istituzionale.

Di fronte a questa situazione, noi abbiamo sostenuto da anni e continueremo a sostenerlo, anche se in senato alcuni giorni fa la proposta è stata bocciata; di reintrodurre i voucher in agricoltura, per dare la possibilità a migliaia di nostri concittadini, sia pensionati che studenti e disoccupati in generale, di avere delle opportunità di guadagnarsi qualcosa, con la manodopera stagionale, che in agricoltura è molto diffusa. Inoltre per rimanere in tema di manodopera, proprio perché viviamo un periodo di grave emergenza economica e sanitaria, per semplificare le assunzioni e i pagamenti, sarebbe importante una defiscalizzazione degli oneri sociali contributivi per abbattere il costo del lavoro,cosa che da anni denunciamo il più alto d’Europa, ma che nessun istituzione ha preso minimamente in considerazione.

Bisognerebbe inoltre abolire immediatamente quella stupidissima legge di bilancio del 2018, comma 910/914, che impone il pagamento dei propri dipendenti,solo attraverso bonifico o assegno che è stata fortemente voluta da alcune grosse sigle sindacali, ma che non ha fatto altro che creare problemi sia ai datori di lavoro che ai braccianti, soprattutto in questo periodo di quarantena forzata.

In merito alla commercializzazione invece; la regione Lazio in primis, deve al più presto autorizzare la vendita ai produttori agricoli e agli ambulanti, nelle strade della città di Roma, ovvero nelle occupazioni di suolo pubblico con le cosiddette (bancarelle); ovviamente con tutti gli accorgimenti e le precauzioni da prendere per evitare possibili contagi, che tuttavia nelle file enormi che si sono create nei supermercati, non sono affatto rassicuranti.

Solo nel Lazio, i produttori agricoli e gli ambulanti, sono svariate migliaia di persone che ogni settimana svolgono la loro attività da molti anni nella capitale, riscuotendo anche enorme successo e apprezzamento dai consumatori della capitale ed anche di altri comuni del Lazio. Speriamo che queste nostre proposte vengano ascoltate, per il bene di tutta la collettività!!!!!

Comunicato stampa Aspal Lazio

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