Daniele De Angelis campione del mondo nell’Xtreme Fight Champion

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SPORT – Daniele De Angelis, domenica 16 giugno ha ottenuto due vittorie nell’Xtreme Fight Champion, un evento di livello internazionale svoltosi presso la palestra Danilo Boxe di Ariccia.

De Angelis ha affrontato due importanti avversari, un atleta serbo e un franco marocchino vincendo entrambi gli incontri, il primo per sottomissione e il secondo per vittoria ai punti, dopo 3 round.

Lo abbiamo intervistato:

Come è iniziata la sua avventura sportiva? Quando ha iniziato ad appassionarsi a questo sport?

“La mia  avventura e  la  mia  passione per gli sport da combattimento  nasce  già da  bambino,  appassionandomi  ai film di Bruce Lee e  Jackie Chan. Questi uomini, con allenamenti  durissimi e  ideali  nobili, sconfiggevano migliaia  di  “cattivi”  usando  le loro abilità, cosi ho iniziato ad avvicinarmi alle arti marziali  che  ho praticato  fino ai 15/16 anni, ma  il mondo  delle arti marziali mi ha arricchito molto a livello spirituale  impostando la mentalità e  i fini  con cui affrontare un match o uno scontro e trasferendomi un’ottima tecnica. In me  ad un certo momento e iniziata  la voglia e il desiderio di confrontarmi  per  vedere  se  veramente  tutto ciò che avevo acquisito e tutti i durissimi allenamenti avessero dato frutti e  quali fossero i miei limiti. Questo mi ha spinto a ricercare, conoscere per poi entrare nello stupendo mondo delle M.M.A ( Mixed Martial Art), dove oltre ad aver avuto un ulteriore miglioramento e arricchimento tecnico ho iniziato, tramite i vari match ad avere la possibilità di mettermi alla prova, confrontarmi e per me e stato sempre un confronto/scontro prima che con l’ avversario, con me stesso”.

Cosa comporta applicarsi a questa disciplina, quante ore di allenamento gli dedica giornalmente?

“Beh posso dire che come ogni sport o disciplina fatta a certi livelli  mi ha richiesto molti sacrifici e rinunce, una passione alla quale dedico dalle  4 /5 ore al giorno  più o meno 6 giorni su 7. Con uno scopo di certo, sono sforzi  fatti con piacere, anche se ciò non vuol dire che a volte non pesi anche perché nel mio sport le MMA,  la preparazione è pesantissima essendo uno sport molto fisico ha bisogno di costanza, dedizione e resilienza non solo fisica, ma anche mentale  perché a fronte  di tanti sacrifici a volte  le gratificazioni  che ritornano sono poche  e in un paese  dove il calcio la fa da  padrone e difficile riuscire  a ritagliarsi  il proprio spazio  che sarebbe più che meritato  anche  quando si raggiungono  grandi traguardi”.

Queste discipline in cui il contatto fisico può essere definito violento senza fini di violenza però lei le consiglierebbe ai giovani che cercano una strada nel mondo dello sport? 

“Questo è uno sport, come tutti quelli da contatto, che viene definito violento,  ma  io penso che dovremmo  domandarci cosa intendiamo bene per violenza perché nella mia carriera sportiva dove ho affrontato svariati avversari  una cosa che non ho visto mai mancare è il rispetto che si ha per l’avversario che abbiamo davanti. Ci si scontra, ci si mette  alla prova  ma  dietro ogni colpo che  viene  sferrato  non ce  mai cattiveria, o desiderio di  fare male  .. non è  quello il fine  quello che  si vuole  mettere  alla  prova  ripeto secondo il mio pensiero è la coscienza  di voler mettere alla prova se stessi per imparare a conoscere, dominare e affrontare  non solo quello che è lo scontro fisico  con un’altra persona, ma tutte le emozioni, paure, sensazioni  che  possono assalire la nostra mente nei momenti precedenti e  durante  quello scontro. E per me è qui che  nasce un rispetto smisurato paradossalmente verso chi affrontiamo perché  diventiamo coscienti  dei sacrifici che anche il nostro avversario ha  dovuto affrontare le emozioni che  vive  e li ci scopriamo  uguali.  Quindi per rispondere alla  domanda si  lo consigliere  assolutamente ai giovani,  perché  imparare  a conoscere in maniera positiva  e costruttiva quella  che  viene  definita “violenza”  è quello che  ci permette di capirne  il valore e  le conseguenze che può generare  qualsiasi essa sia”.

Ci racconti le emozioni che ha vissuto il giorno che ha conquistato i titolo…

Emozioni uniche Vincere il Titolo mondiale  della XFC  per i 71 kg   dopo un anno dal mio ultimo match  e aver compiuto da poco i 31  anni, mi domandavo  se  avessi  potuto continuare  a  competere  ed essere competitivo ad alti livelli dove i miei avversari hanno  5 / 10 anni di meno, quindi la vittoria è stata  una vera soddisfazione personale  per aver dimostrato a  me stesso che  ancora posso stare “li” , e competere  tra i più forti. Altra soddisfazione  arrivata  da  questo Titolo  è  l’aver  lanciato il messaggio  che  anche  in un paesino di una piccola provincia,  quella  viterbese,  possono  nascere  realtà  in grado  di competere  ad  alti livelli,  e  che  tutto  dipende  da noi e da come sfruttiamo le risorse che abbiamo, proprio per questo questa  volta ho voluto incentrare interamente  la  mia  preparazione, che  solitamente faccio girando tra le migliori palestre e team di Roma, qui nella  mia città  e  nella  palestra dove  insegno la NEXT  a Nepi,  allenandomi  con i miei ragazzi  e  preparandomi unicamente  con loro,  perché   a volte secondo me  l’essere uniti  a  qualcuno che  ci aiuta  a  prepararci  può valere  più  che  allenarsi  con  i  più forti al mondo e  con questa  vittoria  sono riuscito a  dimostrarlo a  me stesso e  a tutto il mondo”.

Quali sono i suoi prossimi progetti? E quali i prossimi incontri sportivi?

“Io intanto vorrei ringraziare il presidente della  XFC/ICO Alessandro Cecchini della Cecchini Promoter che  mi  segue e punta su di me ormai da  anni  riempiendomi di fiducia e opportunità, non ci fermiamo mai  perché  con Alessandro  abbiamo l’obbiettivo di andare  sempre oltre, già  col presidente stiamo lavorando per programmare un altro grande evento  tra ottobre  novembre  ma  ancora  siamo in fase  di lavorazione  su  tutti i dettagli,  ma  appena  definiti  vi aggiorneremo molto volentieri”.

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