Frode per 2 milioni di euro. Coinvolti prestanome di Anzio e Nettuno e due finanzieri di Latina

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Il momento della consegna dei contanti

CRONACA – La Procura della Repubblica di Velletri e i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno arrestato sei persone fra le quali l’imprenditore milanese Giancarlo Bolondi, per frode, riciclaggio, corruzione e collusione per proventi accumulati con illecito.

Partendo dai documenti rinvenuti nel corso di una verifica fiscale, i militari della Compagnia
di Nettuno hanno scoperto come ingenti somme di denaro, derivanti da una frode fiscale
milionaria, siano state fatte confluire dall’imprenditore sui conti correnti di alcuni soggetti di Anzio e Nettuno, che, a loro volta, provvedevano, con la complicità di altri intermediari, a restituirle “in contanti” direttamente allo stesso Bolondi.

Il sistema di frode e il successivo riciclaggio delle somme accumulate è stato, infatti, ideato e messo in atto dall’imprenditore, residente in Svizzera, ma domiciliato a Cormano, rappresentante legale della PREMIUM NET S.c.p.a..

La PREMIUM NET fornisce servizi di logistica (gestione di magazzini, imballaggio, allestimento spedizioni), trasporto e gestione di call center a note imprese nazionali e multinazionali, impiegando oltre 10.000 risorse umane in varie regioni d’Italia.

Tuttavia, come hanno ricostruito i Finanzieri anche grazie alle intercettazioni telefoniche e
telematiche, i dipendenti sono stati amministrati attraverso una complessa frode che,
mediante la creazione di cooperative fittizie e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti
per oltre 150 milioni di euro, ha consentito di non versare Iva per oltre 33
milioni di euro e contributi previdenziali ed assistenziali per oltre 5 milioni di euro.

L’indagine ha permesso di scoprire che 621 dipendenti, occupati prevalentemente in Lombardia e nel Lazio, presso importanti società del panorama nazionale, totalmente estranee ai meccanismi di frode, sono stati gestiti direttamente dall’imprenditore milanese e dai suoi stretti collaboratori, ma sono stati formalmente inquadrati, nel tempo, in ben 28 Cooperative, risultate essere delle vere e proprie “scatole vuote”.

Queste ultime sono diventate, in tal modo, responsabili del versamento dei contributi
previdenziali e assistenziali dovuti all’I.N.P.S. e all’I.N.A.I.L., ma, essendo intestate a prestanome e rimanendo operative solo per un brevissimo lasso temporale, non hanno mai ottemperato, lasciando, in realtà, rilevanti debiti nei confronti dell’Erario e i lavoratori privi dei versamenti contributivi.

Questo meccanismo fraudolento ha consentito alla PREMIUM NET S.c.p.a. di proporsi sul
mercato con prezzi estremamente vantaggiosi, operando così in danno dei soggetti
economici rispettosi delle regole.

Determinante per la ricostruzione dell’illecito sistema è risultata l’intercettazione di una email tra gli indagati, con la quale è stato trasmesso un elenco di dipendenti, riportante,
per ciascuno di loro, l’indicazione delle cooperative nelle quali erano stati, nel tempo,
formalmente inquadrati, pur lavorando, ovviamente, sempre e soltanto sotto la gestione
diretta degli stessi indagati, che si occupavano dei contratti di lavoro, del pagamento degli
stipendi e della concessione delle ferie.

Le somme indebitamente accumulate sono state fatte confluire, in seguito, sui conti di
un’unica Cooperativa, denominata “UNIVERSO”, simulando anche in questo caso
operazioni commerciali mai avvenute, al fine di giustificare i movimenti finanziari e
ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa.

Da questa, le somme venivano poi smistate su conti correnti appositamente accesi presso istituti di credito di Anzio e Nettuno, dai quali tre persone residenti nelle cittadine laziali effettuavano numerosi prelievi per piccoli importi, trasformando così l’intera somma ricevuta in denaro contante, che, infine, attraverso altri due militari della Guardia di Finanza in servizio a Latina , anch’essi arrestati veniva riconsegnato direttamente nelle mani dell’imprenditore milanese.
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Attraverso una meticolosa analisi di decine di conti correnti, le Fiamme Gialle hanno
ricostruito il riciclaggio di somme illecitamente accumulate per oltre 1,2 milioni di euro.

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