Trasforma i problemi in opportunità

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Spesso le persone che si rivolgono a me per un sostegno psicologico a causa di un problema da affrontare, ad un certo punto diventano consapevoli di una cosa importante: “Ok. Ho capito che non posso cambiare le cose, ma posso cambiare il mio modo di reagire al problema.”
E qui inizia la fine del problema.

In psicologia si parla di coping (to cope with, fronteggiare, affrontare) per descrivere come le persone affrontano le situazioni che vengono percepite come stressanti o problematiche, sia quotidiane che straordinarie. Può essere tradotto come “far fronte a”, “reagire a”. Più in generale per coping si intende l’insieme dei comportamenti e delle strategie cognitive adottate dagli individui in situazioni stressanti (Lazarus e Folkman, 1984).

Esistono due modi generali di affrontare i problemi:
• il coping orientato al problema, che consiste nel tentativo di modificare o risolvere la situazione che sta minacciando o danneggiando l’individuo. Ma non sempre è possibile e se ci intestardiamo a volerlo fare andiamo incontro ad altro stress,
• il coping orientato all’emozione, che consiste nella regolazione delle reazioni emotive negative conseguenti alla situazione stressante.

Affrontare un problema è un processo che si apprende e si affina con l’esperienza. È un comportamento dinamico, fatto di azioni e risposte dell’ambiente. Alla base di queste competenze certamente c’è la fiducia in noi stessi e nel mondo, l’autostima, il senso di autoefficacia e molte altre qualità personali che dipendono dalla nostra storia e che possono essere rinforzate.

Un altro aspetto importante è la nostra consapevolezza di quanto siamo responsabili di ciò che accade e di quanto crediamo di avere la possibilità di modificare gli eventi. Stiamo parlando di Locus of Control (luogo di controllo), che in una persona può essere interno o esterno.
Le persone che credono nella propria capacità di controllare gli eventi e attribuiscono i loro successi o insuccessi a fattori direttamente collegati all’esercizio delle proprie abilità, volontà e capacità hanno un locus of control interno.

Quelli che invece ricorrono spesso a concetti di caso, destino, coincidenze e credono che gli eventi della vita non sono il risultato dell’esercizio diretto di capacità personali, quanto piuttosto il frutto di fattori esterni e imprevedibili, o causati da altri, hanno un locus of control esterno. E voi, come la pensate? Partire dall’uno o dall’altro punto di vista può rendere più semplice o complicato affrontare i problemi.

Quando le persone affrontano un problema spesso dicono “Sono in crisi”, esprimendo un vissuto di confusione, di angoscia, come se fosse crollata la terra sotto i piedi. È vero, sono situazioni difficili e la confusione e il senso di fragilità sono le prime reazioni. Ma se facciamo riferimento all’etimologia della parola crisi, vediamo che la derivazione dal latino crisis e dal greco Krisis indica “scelta, decisione”, e in cinese, l’ideogramma significa “momento cruciale”. E se allora provassimo ad affrontare ogni problema, ogni crisi, come un momento difficile sì, ma cruciale, di crescita in cui darci la possibilità di scegliere consapevolmente?
Aspetto con curiosità le vostre considerazioni.

Dottoressa Daniela PerfettiLa dottoressa Daniela Perfetti è una Psicologa, laureata presso l’Università “La Sapienza” di Roma e svolge la sua attività di consulenza a Colleferro, dove si occupa di Formazione, Sostegno Individuale e di Gruppo, Coordinamento Genitoriale e Sostegno alla Genitorialità.

Per saperne di più e contattare la dottoressa Perfetti (clicca qui)

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