ATTUALITA’ – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Nell’ambito del procedimento di caratterizzazione idrogeologica della discarica di Albano, lunedì 5 maggio Arpa Lazio ci ha trasmesso i risultati dei prelievi delle acque sotterranee eseguiti a gennaio nei pozzi interni alla discarica e in alcuni a monte della stessa.
Una prima cosa appare certa: le analisi relative ai pozzi privati a monte, smentiscono la tesi di Pontina Ambiente ed Ecoambiente che attribuiva l’inquinamento nei pozzi interni a fantomatiche presenze industriali esterne. Tesi da noi contestata a suo tempo ma che in qualche misura era stata considerata “plausibile” dall’illustre consulente regionale prof. Sappa in odore di conflitto di interessi. Viceversa i prelievi interni ci raccontano un’altra storia.
Per ragioni a dir poco sospette, in tre pozzi che nel 2021 e 2022 erano tra i più inquinati il prelievo non è stato possibile con motivazioni che meritano un’indagine: uno perché a secco, l’altro per contestazioni di competenza tra Pontina Ambiente e Colleverde, il terzo perché “compromesso e inutilizzabile”.
Quelli superstiti, in particolare H e L, confermano in pieno l’inquinamento da idrocarburi, metalli e inorganici accertato in precedenza. In dettaglio l’acqua del pozzo L, adiacente al quinto e sesto invaso, conferma i risultati del 2021 e 2022 con un altissimo inquinamento da 1,2-dicloropropano (13 volte superiore al limite), manganese (9 volte), ferro (6 volte), arsenico (7 volte). Il pozzo H conferma l’altissima e anomala presenza di fluoruri (24 volte superiore al limite), boro (5 volte), arsenico (4 volte), un abnorme inquinamento da azoto ammoniacale e una non trascurabile presenza di mercurio benchè inferiore al limite. Anche gli altissimi valori di sostanze attribuibili in genere alla natura vulcanica del sottosuolo (fluoruri, arsenico, boro ecc), non trovano analoghi riscontri nei prelievi a monte del sito.
Questi risultati, insieme alle centinaia dei precedenti, dimostrano le ineludibili responsabilità delle società cerroniane nella gestione criminale della discarica e nell’inquinamento in atto. La relazione finale che il prof. Sappa presenterà al tavolo tecnico regionale al termine di questo ciclo di prelievi, oltre a definire i valori del “fondo naturale” e chiudere il procedimento di caratterizzazione idrogeologica del sito, avrà indubbi riflessi sulla decisione che dovrà prendere la direzione tecnica regionale “Ambiente e Rifiuti” sulla richiesta del comune di Albano di riconoscere l’elevato rischio ambientale e l’istituzione di un’area di salvaguardia intorno alla discarica.
Le pressioni dall’alto perché questa decisione non pregiudichi la realizzazione dell’inceneritore di Roma nell’adiacente terreno comprato da Ama saranno ovviamente notevoli. Abbiamo chiesto alla dirigente Wanda D’Ercole di anticipare l’incontro previsto a fine giugno. Nel frattempo vigileremo e continueremo a fare del tutto perché la discarica sia bonificata definitivamente, l’inceneritore non veda la luce e la salute delle popolazioni venga prima di tutto.
FONTE. COORDINAMENTO CONTRO L’INCENERITORE DI ALBANO