ATTUALITA’ – Il mercato videoludico occupa ormai da tempo un ruolo centrale nel circuito dell’industria dell’intrattenimento, ma non sempre i grandi appassionati sono a conoscenza del processo creativo dei loro titoli preferiti. Sono diversi i passaggi considerati fondamentali prima di arrivare alla distribuzione di un nuovo gioco.
Un apposito team di sviluppo ha infatti il compito di coordinare e gestire le varie attività a seconda dei ruoli e delle competenze dei membri di cui è composto, rispettando un percorso preciso e lineare. Molti di questi step sono condivisi anche con quelle attrazioni virtuali che non rientrano propriamente nella categoria dei videogame. Ad esempio, giochi come le slot del provider Pragmatic Play o di NetEnt o di Novomatic si caratterizzano per un sistema di comandi che possono ricordare quelli impartiti da un gamepad, ma che di fatto non consentono grande libertà di scelta e di manovra agli utenti. Ad ogni buon conto, per la creazione di un videogioco si deve partire necessariamente da un’analisi preliminare.
Quando si realizza un software, non si può fare a meno di valutare i requisiti di sistema minimi per lo sviluppo, così da cogliere in anticipo le difficoltà che si potrebbero incontrare nella riproduzione del gioco sul sistema di destinazione, cioè le console. Nella fase di ideazione e progettazione, invece, si definiscono le caratteristiche principali del titolo: il compito del game designer diventa quindi estremamente prezioso, perché è lui che crea l’idea di base che fungerà da punto di partenza per tutto il resto dello sviluppo, stabilendo anche le meccaniche imprescindibili di cui dovrà godere il gameplay. Nel mentre, i concept artist si dedicano al character design dei personaggi e al world building dei livelli, nonché degli scenari e degli sfondi.
Nella fase pre-produttiva si studiano nel dettaglio gli elementi grafici e interattivi, le animazioni e i suoni, che andranno rivisti quando il videogame sarà almeno minimamente giocabile. Durante la codifica si effettua poi la vera e propria programmazione del gioco attraverso il game developer, che lavora su codici ad hoc come C, C#, C++ e Python sui motori di gioco. In merito a questi ultimi c’è l’imbarazzo della scelta, considerando il forte dualismo tra Unreal Engine e Unity. Di norma, i compiti del game developer vengono svolti a pari passo con quelli del game designer e dei concept artist, al fine di ridurre il rischio di discrepanze e, soprattutto, di bug.
Una volta giunti al collaudo e al testing, i sistemi di bug tracking interni ai team cercano di rilevare gli errori dello sviluppo. Non solo: alcuni tester appositi provano in prima persona il gioco per una valutazione più realistica ed efficace dello stesso e su come potrà impattare effettivamente una volta uscito sul mercato. L’approccio umano è imprevedibile e di conseguenza può essere d’aiuto per scovare malfunzionamenti sfuggiti agli sviluppatori. Si arriva quindi alla fase di debugging e manutenzione, in cui i programmatori perfezionano il lavoro per conseguire un risultato finale.
La fase di revisione e pubblicazione è quella in cui si deve ottenere un’approvazione definitiva dalla casa madre per la distribuzione del videogioco, con tanto di ultimo test. Il software acquisisce infine la denominazione di “copia gold”, pronta per essere immessa sul mercato. Negli ultimi anni, però, il lavoro del team di sviluppo va anche oltre l’uscita di un titolo, come testimonia la frequenza di eventuali patch correttive e soprattutto di DLC (downloadable content) che migliorano e ampliano l’esperienza di gioco anche a distanza di anni dalla sua pubblicazione.