Il sindaco di Roma vuole il termo-valorizzatore a Santa Palomba: “Lo costruiremo in 2 anni”

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POLITICA – Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha annunciato mercoledì scorso l’intenzione di costruire un termo-valorizzatore per risolvere il problema dei rifiuti della Capitale, che ad oggi ne “produce” 5000 tonnellate giornaliere.

Da mercoledì ad oggi si sono moltiplicate più le critiche e i no che gli accoglimenti all’intenzione di risolvere un problema, quello dei rifiuti di Roma, che solo chi non vive e non vede le strade di Roma sarebbe capace di sottovalutare.

La giunta capitolina avrebbe individuato la zona per la costruzione del termo-valorizzatore in quella di Santa Palomba, nel territorio del comune di Pomezia a pochi chilometri da quella di Roncigliano, usata per far fronte all’emergenza che in Italia diventa sempre regola.

Intanto i residenti della zona destinataria (forse) della costruzione del termo-valorizzatore si sono già mobilitati per cercare di far capire le loro ragioni e mettere in campo tutte le azioni per bloccare la costruzione dell’impianto.

Il sindaco ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito a Radio24: “L’impianto avrà un alto margine di sostenibilità e ritorni positivi. Stiamo lavorando con il governo e la Regione per definire il percorso e le procedure straordinarie per garantire massima rapidità per la realizzazione del piano, anche alla luce della scadenza del Giubileo. Orientativamente l’investimento si aggirerà sui 6-700 milioni di euro”.

Il sindaco di Roma vuole realizzare l’impianto in due anni, ha dalla sua le ragioni dell’emergenza dei rifiuti, l’intento di rendere definita la soluzione ad un problema annoso, le possibilità politiche di farlo visto che la presidenza della Regione Lazio risponde al nome di Nicola Zingaretti, rendere Roma all’altezza, in questo aspetto, ad altre capitali europee; ha di contro le proteste politiche dell’opposizione che dicono no al termo-valorizzatore ma non è chiaro quale sia la controproposta, i no dei residenti di Santa Palomba che andranno doverosamente ascoltati, lo spettro degli affidamenti e delle gare per la costruzione che in Italia riescono sempre a divenire materia incandescente e troppo spesso, sporca e per niente in linea con i codici.

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