Manutenzione caldaie: cosa c’è da sapere

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Con la pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale, del decreto del 10 febbraio 2014, sono stati resi fruibili per i cittadini gli strumenti che consentono l’attuazione di quanto stabilito nel D.P.R. numero 74 del 2013, riportante i criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell’acqua per scopi igienici e sanitari.

L’articolo numero 4 del suddetto decreto stabilisce inoltre i limiti di esercizio degli impianti termici, suddivisi in fasce climatiche. Roma si trova all’interno della fascia D: l’accensione degli impianti termici non deve quindi superare le 12 ore al giorno, con fascia oraria 5 – 23, nel periodo che va dal primo novembre al quindici aprile.

Provvedere alla cura del proprio impianto termico è essenziale per garantire il funzionamento sicuro dell’apparecchio, che a sua volta si traduce in numerosi vantaggi per l’ambiente e per il cittadino stesso: ridurre i consumi e i relativi costi in bolletta, minimizzare le emissioni inquinanti, ridurre le probabilità di incorrere in una sanzione. A tale riguardo, chi stabilisce quali interventi di manutenzione e controllo debbano essere effettuati e con quali tempistiche?

Secondo la vigente normativa, il responsabile dell’impianto termico è “l’occupante, a qualsiasi titolo, in caso di singole unità immobiliari residenziali; il proprietario, in caso di singole unità immobiliari residenziali non locate; l’amministratore, in caso di edifici dotati di impianti termini centralizzati amministrati in condominio; il proprietario o l’amministratore delegato in caso di edifici di proprietà di soggetti diversi dalle persone fisiche”.

Chi si occupa degli interventi di manutenzione e controllo?

Per quanto concerne le istruzioni riguardanti il controllo periodico degli impianti volto ad una maggiore sicurezza, con l’indicazione delle relative tempistiche di effettuazione, va detto che è affidato all’installatore per i nuovi impianti, e al manutentore per gli impianti pre-esistenti.

La legislazione attuale non prevede alcuna indicazione circa le modalità e la frequenza degli interventi, ma stabilisce che le operazioni di controllo e manutenzione vengano effettuate da operatori qualificati che operino nel rispetto delle vigenti normative: al termine dell’intervento, l’operatore ha l’obbligo di riportare l’esito sul libretto di impianto e di redigere un rapporto di efficienza energetica da rilasciare al responsabile, il quale, a sua volta, dovrà firmarne una copia. Il manutentore avrà il compito di riportare anche la data prevista per l’intervento successivo. Per quanto riguarda le attività di revisione dell’impianto, il relativo controllo dei fumi e la verifica dell’efficienza energetica, la legislazione fornisce le seguenti prescrizioni:

  • ogni 2 anni per gli impianti domestici a combustibile liquido o solido superiori ai 10 kW e inferiori ai 100 kW di potenza;
  • ogni 4 anni per gli impianti domestici a gas o metano superiori ai 10 kW e inferiori ai 100 kW di potenza.

Naturalmente, tutta la documentazione relativa agli interventi deve essere conservata: fatture, libretto di impianto, libretto di manutenzione, rapporti tecnici, ecc. La documentazione è preziosa per evitare di incorrere in multe salate qualora le autorità effettuassero un controllo a campione.

Sanzioni previste per la mancata manutenzione della caldaia

Secondo quanto è riportato nel decreto legislativo n. 192/2005, le sanzioni per la mancata ispezione e manutenzione della caldaia vanno da 500 a 3.000 euro. Le ispezioni da parte dei comuni vengono effettuate a campione. Nel caso venissero riscontrate delle anomalie, come il mancato intervento di manutenzione, il responsabile dell’impianto dovrà pagare la multa prevista più la somma relativo al controllo (dai 50 ai 200 euro per le caldaie ad uso residenziale).

C’è una ragione per cui la legge è così stringente in materia di controlli: la regolare manutenzione della caldaia è essenziale ai fini della sicurezza in casa. Anche per questo, oltre alle verifiche obbligatorie in termini di legge, il cittadino dovrebbe conoscere il funzionamento del proprio impianto anche in minima parte, al fine di cogliere le possibili anomalie relative al funzionamento.

A tale riguardo, vogliamo precisare che esistono dei simboli che descrivono il comportamento anomalo della caldaia nel momento in cui si verifica.

I codici di errore: di cosa si tratta

I codici di errore delle caldaie sono dei parametri molto importanti in quanto aiutano il proprietario dell’impianto ad individuare l’anomalia che ha causato il blocco o il malfunzionamento della caldaia. Nello specifico, si tratta di numeri, simboli e lettere che appaiono sul display dell’apparecchio rivelando la natura del problema.

Riconoscere questi codici ad una prima occhiata consente di comunicare telefonicamente alla ditta di assistenza il tipo di problema, permettendo al tecnico preposto all’intervento di agire tempestivamente. Per farvi capire nel dettaglio di cosa stiamo parlando, ci siamo rivolti al sito di un centro assistenza caldaie di Roma, il quale ci ha fornito le liste dei codici di errore di tre marche di caldaie molto diffuse: Riello, Ariston e Beretta.

Codici di errore caldaie Riello

I seguenti codici sono quelli che appaiono con maggiore frequenza sui display delle caldaie Riello:

  • CE10: blocco per mancanza di fiamma pilota
  • CE11: la caldaia ha rilevato una falsa fiamma (presenza di fiamma parassita)
  • CE20: problema con il termostato limite
  • CE40/41: indica un problema di pressione dell’acqua nell’impianto
  • CE42: rilevata anomalia al trasduttore di pressione dell’acqua
  • CE60: problema alla sonda della temperatura per l’acqua calda sanitaria
  • CE77: anomalia al termostato di bassa temperatura
  • CEJ0: problema di collegamento tra interfaccia e scheda principale

Codici di errore caldaie Ariston

Sul sito dell’azienda sopracitata abbiamo reperito i seguenti codici di errore delle caldaie Ariston:

  • 101: sovratemperatura
  • 105: circolazione insufficiente
  • 108: richiesto riempimento per mancanza acqua
  • 110: circuito aperto o cortocircuito sonda mandata riscaldamento
  • 112: circuito aperto o cortocircuito sonda ritorno riscaldamento
  • 114: circuito aperto o cortocircuito sonda esterna
  • 116: termostato pavimento aperto
  • 118: problema alle sonde circuito primario
  • 501: fiamma mancante
  • 502: rilevamento fiamma con valvola gas chiusa
  • 504: distacco fiamma
  • 303: errore scheda principale
  • 304: troppi tentativi di Reset
  • 3P9: avviso manutenzione

Caldaie Beretta

I codici di errore delle caldaie Beretta che appaiono con maggiore frequenza sono:

  • A01: blocco totale dell’impianto a causa del modulo ACF o di un guasto di origine elettronica
  • A02: l’anomalia deriva da un problema al termostato
  • A03: l’anomalia risiede nel ventilatore che alimenta il bruciatore
  • A04: l’anomalia risiede nel pressostato e di conseguenza la caldaia va in blocco
  • A06: il guasto è nella sonda NTC nel circuito dell’acqua sanitaria
  • A07 (tre condizioni possibili): blocco momentaneo della caldaia causato da un guasto della sonda NTC del circuito dell’acqua per i riscaldamenti; la caldaia passa dal blocco temporaneo al blocco definitivo per via della temperatura troppo elevata rilevata dalla sonda dei riscaldamenti; blocco definitivo della caldaia per allarme generato dalla sonda di mandata/ritorno
  • A08 (tre condizioni possibili): arresto temporaneo per guasto sonda NTC dell’acqua dei riscaldamenti in ritorno; la caldaia passa dall’arresto temporaneo al blocco per via della temperatura eccessiva della sonda di ritorno dei riscaldamenti; la caldaia va in blocco definitivo causato da un’anomalia alla sonda del circuito di andata e ritorno
  • A11: la caldaia si arresta in fase di accensione perché la fiamma viene generata in prossimità del bruciatore
  • ADJ: si tratta di un caso in cui lampeggiano un led rosso, un led giallo e un led verde. Sta ad indicare un problema generale alla taratura della caldaia
  • Assenza di codice con led verde lampeggiante: arresto momentaneo della caldaia per anomalia al pressostato dell’acqua

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