Frascati, prestavano soldi al 223% di interessi, truffa all’Inps per 70 mila euro

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CRONACA – Arrestate 3 persone, C.A. di anni 74 (padre), C.D. di anni 49 (figlio) e R.M.M. di anni 46 (nuora) – pluripregiudicati – che, con la collaborazione di altri 10 soggetti, gestivano numerosi prestiti di denaro con tassi esorbitanti, superiori, in alcune circostanze, al 223% annuo.

Le investigazioni della Guardia di Finanza di Frascati hanno permesso di ricostruire i ruoli e le funzioni degli altri principali sodali: M.M. di anni 58 (procacciatore di clienti), S.A. di anni 47 (contabile), A.M. di anni 74, M.R. di anni 46 e M.S di anni 62, M.M. di anni 61 (addetti alla riscossione); uomini e donne facenti parte di un’organizzazione ben strutturata e radicata sul territorio di Frascati che da anni erogava denaro a piccoli imprenditori, artigiani e commercianti locali, ma, soprattutto, a soggetti in precarie condizioni di salute fortemente bisognevoli. Oltre 50 i casi documentati dalle Fiamme Gialle.

E’ inoltre emerso che C.A., capostipite e promotore dell’organizzazione, dichiarato invalido civile
al 100% in quanto affetto da patologie mentali di tipo psichiche, articolari e cardiache, percepiva
da anni l’indennità di accompagnamento.

Le indagini svolte, oltre a conclamare le condotte di usura e di esercizio abusivo dell’attività finanziaria, hanno invece permesso di rilevare che C.A. era perfettamente in grado di svolgere tutte le normali attività della vita quotidiana. Gli approfondimenti di natura tecnica, corroborati dai numerosi pedinamenti eseguiti dai finanzieri,
hanno infatti evidenziato che l’indagato, oltre ad essere particolarmente lucido nella gestione
dei propri affari illeciti, si muoveva in totale disinvoltura alla guida della propria autovettura
frequentando, tra l’altro in maniera assidua, diversi locali della movida romana. La truffa ai danni
dell’I.N.P.S. per l’indennità indebitamente percepita è stata accertata in circa 70.000 euro.

Particolarmente gravi inoltre le condotte di 5 soggetti che, al fine di favorire la permanenza nel
territorio italiano di F.Y. di anni 33 – soggetto pluripregiudicato di origine marocchina arrestato
più volte e gravato da due decreti di espulsione – hanno organizzato un finto matrimonio, con tanto
di compiacenti testimoni. Sul punto, particolarmente significativi appaiono i dialoghi intercettati dalle Fiamme Gialle in cui il C.D. mette in guardia la futura “sposa”, A.E. di anni 26, sulle risposte
da fornire alle domande dei funzionari della Prefettura nell’ambito dei controlli effettuati per
accertare la regolarità del matrimonio.

Oltre al corrispettivo da pagare da parte di F.Y., pari a euro 1.200, traspaiono in tali dialoghi particolari tesi a rendere credibile il rapporto tra i due coniugi, di fatto, perfetti sconosciuti. L’organizzatore si raccomanda addirittura con “la sposa” affinché indossi un abito elegante così da rendere più realistica la messa in scena. I cinque soggetti coinvolti, fra cui i “finti sposi” e i due testimoni, sono indagati per favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina.

 

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