Chi sono io? La formazione e l’affermazione dell’identità psicologica

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Con la parola “identità” siamo soliti riferirci all’insieme delle caratteristiche che rendono qualcuno quello che è, distinguendolo da tutti gli altri. Si tratta di quella dimensione psicologica che consente di realizzarsi, di diventare e restare se stessi in relazione agli altri in una data società e cultura. Essa si scorge attraverso la narrazione della propria vita. Sono 6 i tratti costitutivi dell’identità:

  • continuità (consente di rimanere coerenti nel tempo)
  • coerenza (rappresentazione più o meno strutturata che abbiamo e che gli altri hanno di noi)
  • ✔️unicità (il sentimento di essere unici)
  • diversità (riguarda i diversi lati dell’identità)
  • cambiamento
  • ✔️positività (stimarsi)

Lungo la vita questi tratti subiscono crisi e maltrattamenti e l’individuo deve superarli senza contraddirsi, essi si modellano sulla base della propria cultura in modo originale attraverso le proprie strategie.

 Il processo di formazione dell’identità si articola poi attraverso quattro componenti: di identificazione, di individuazione, di imitazione e di interiorizzazione. Con l’identificazione il soggetto si rifà alle figure rispetto alle quali si sente uguale e con le quali condivide alcuni caratteri; produce il senso di appartenenza a un’entità collettiva definita come “noi” (famiglia, patria, gruppo di pari, comunità locale, nazione fino ad arrivare al limite all’intera umanità).

Con la componente di individuazione il soggetto fa riferimento alle caratteristiche che lo distinguono dagli altri, sia dagli altri gruppi a cui non appartiene (e, in questo senso, ogni identificazione/inclusione implica un’individuazione/esclusione), sia dagli altri membri del gruppo rispetto ai quali il soggetto si distingue per le proprie caratteristiche fisiche e morali e per una propria storia individuale (biografia) che è sua e di nessun altro. Attraverso l’imitazione, che è intesa come attività di riproduzione conscia e inconscia di modelli comportamentali, l’individuo si muove in maniera differente all’interno della società a seconda del contesto sociale in cui si trova. Infine, l’interiorizzazione permette al soggetto di creare un’immagine ben precisa di sé grazie all’importanza che hanno i giudizi, gli atteggiamenti, i valori e i comportamenti degli altri sui noi stessi.

Identità personale e identità sociale interagiscono e si integrano tra loro, partecipando insieme a dare significato all’identità: possiamo immaginarci il nostro sé come una struttura, una rappresentazione mentale in cui le informazioni individuali concorrono alla formazione del «cuore» della rappresentazione, mentre le informazioni di carattere sociale e culturale ne costituiscono gli aspetti progressivamente più esterni.

La risposta alla domanda «Chi sono io?» si costruisce e si modifica in modo dinamico all’interno della cornice relazionale della persona che può essere più o meno estesa e variegata muovendo dall’ambito familiare a quello più propriamente sociale (appartenenza ad una comunità locale, ad un gruppo di lavoro, religioso, politico, sportivo, e così via).

 “Ognuno di noi è unico, ognuno opera in modo unico e singolare.

L’identità si acquisisce nel tempo, in un percorso che inizia dall’infanzia,nel momento di riconoscimento di sé allo specchio e quando il bambino -per la prima volta riconosce la madre e si sente a sua volta da lei riconosciuto.”

(Erikson)

Dottoressa Daniela PerfettiLa dottoressa Daniela Perfetti è una Psicologa, laureata presso l’Università “La Sapienza” di Roma e svolge la sua attività di consulenza a Colleferro, dove si occupa di Formazione, Sostegno Individuale e di Gruppo, Coordinamento Genitoriale e Sostegno alla Genitorialità.

Per saperne di più e contattare la dottoressa Perfetti (clicca qui)

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