Ex Igdo Ciampino: il compratore sarebbe Schiaffini, chiesto il diritto di prelazione

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ATTUALITA’ – Una vicenda che ha continua a suscitare non poche polemiche e che ha attirato molta attenzione, quella dell’asta per l’assegnazione della storica struttura dell’ex Igdo a Ciampino. Si tratta di oltre 70mila metri cubi di complesso edilizio nel centro della città, da anni in stato di abbandono e degrado, e giudicati d’interesse storico dalla Soprintendenza.

Le offerte per l’acquisizione del bene scadevano il 12 aprile scorso, mentre l’asta vera e propria si è tenuta il 28 dello stesso mese. Solo qualche giorno più tardi, tuttavia, è emerso il nome del compratore. Si tratterebbe di Maurizio Schiaffini, noto imprenditore del settore dei trasporti locali che, in cordata con altri, si sarebbe aggiudicato l’ex Istituto Gesù Divino Operaio per un milione e 610mila euro. Non molto, considerato che la base d’asta era fissata a un milone e mezzo; senza contare che l’intero complesso offre innumerevoli possibilità di ristrutturazione e sviluppo.

L’ex Igdo, così, sarebbe divenuto un bene privato. Quanto auspicavano cittadini, comitati, associazioni e alcuni rappresentanti politici sarebbe sfumato. Le polemiche dei mesi scorsi, infatti, erano state originate proprio dalla necessità, caldamente sostenuta da varie istanze ciampinesi, di rendere gli edifici di fruizione pubblica, restituendoli di fatto alla comunità e scongiurando anche rischi di speculazioni edilizie private. Le richieste si sono rivolte dunque all’Amministrazione di Ciampino, che ha sempre motivato la sua mancata partecipazione all’asta sostenendo l’impossibilità di fronteggiare la spesa per l’acquisto.

A intervenire ancora una volta sulla vicenda e sulla conclusione dell’asta è stata la lista Città in comune, critica nei confronti di quanto accaduto. «Il potere di indebitamento del Comune di Ciampino – si legge in una nota della scorsa settimana – rimane comunque superiore alla cifra di acquisto e si aggira, con una proiezione prudenziale, intorno ai 5 milioni di euro. Se gli ultimi due anni non fossero stati dedicati a raggiungere il risultato ottenuto, ma si fossero invece spesi per trovare fondi necessari all’acquisto, si sarebbe potuta cogliere un’opportunità per tutta la città».

«L’Amministrazione – hanno proseguito da Città in comune – rinunciando all’acquisizione di un bene storico, ha rinunciato anche a realizzare quei servizi pubblici che da decenni mancano alla popolazione. Ora Sindaco, Assessore ai lavori pubblici e Consiglieri di maggioranza si affannano a ricordare che l’Igdo abbia tutele e vincoli che loro s’impegneranno in ogni modo a garantire. Non si capisce allora perché non abbiano agito prima per l’interesse dei cittadini. Quale valore possono avere ora queste rassicurazioni?».

Un quadro ancora turbolento, dunque, quello legato al monumentale edificio ciampinese. Il nome del compratore, intanto, non ha ancora fatto la sua comparsa ufficiale in comunicati del Comune aeroportuale. La via indicata da chi chiede di difendere il bene e di restituirlo alla comunità è quella dell’esercizio del diritto di prelazione da parte della Giunta Terzulli. Sulla base dell’interesse storico-culturale attribuito all’ex Igdo, infatti, sarebbe possibile scongiurare demolizioni o speculazioni sul complesso. «Confidiamo – hanno concluso da Città in comune – che vincoli e tutele sull’Igdo siano ancora sufficienti per evitare interventi speculativi e lucrativi, soprattutto se rafforzati da un’immediata variante al Piano regolatore generale, che ridefinisca la funzione pubblica del complesso e dell’area, modificando le attuali previsioni».

Lorenzo Mattia Nespoli 

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